FILM
OSTATNI ETAP
(L'ultima tappa)
di Wanda Jakubowska [1948]
81 minuti, Polonia
Produzione polacca, fu una delle prime opere a raccontare gli orrori
nel campo di concentramento di Auschwitz. Attraverso gli occhi di Martha
Weiss
filtra la vita quotidiana ad Auschwitz in attesa della liberazione da
parte dell'Armata Rossa.
NUIT ET BROUILLARD
(Notte e nebbia)
di Alain Resnais [1955]
32 minuti, Francia
Documentario girato nel sito di Auschwitz, a colori per le riprese
del 1955 ed in bianco-e-nero per i filmati originali seguenti la
liberazione. Rifiutato al Festival di Cannes, fu l'opera che
risvegliò le coscienze d'Europa sugli orrori della Shoah.
DER NÜRNBERGER PROZESS
(Il processo di Norimberga)
di Félix Podmaniczky [1958]
78 minuti, Germania Ovest
Documentario che fotografa il processo tenutosi a Norimberga dal 20
novembre 1945 al 1° ottobre del 1946, nei confronti dei nazisti
coinvolti nell'Olocausto. L'opera contiene anche documenti video
originali, ripresi durante e dopo la guerra.
STERNE
(La stella di David)
di Konrad Wolff [1959]
92 minuti, Germania Est / Bulgaria
Storia romanzata dell'amore tra un ufficiale tedesco ed una ragazza
ebrea, di nazionalità greca, destinata al campo di sterminio di
Oswiencim. Nonostante il supporto operativo della Resistenza bulgara,
trionferà il destino scritto dall'isteria nazista.
THE DIARY OF ANNE FRANK
(Il diario di Anna Frank)
di George Stevens [1959]
180 minuti, Usa
Opera pluripremiata che ripercorre, adattandola al grande schermo, la
vera storia di Anna Frank - morta nel campo di concentramento di Bergen
Belsen - nella Olanda occupata dalle forze naziste.
KAPÒ
(Kapò)
di Gillo Pontecorvo [1959]
116 minuti, Italia
Uno dei primi film italiani sulla Shoah. È la storia di una
giovanissima ragazza ebrea, Edith, e del suo tentativo di sfuggire al
destino per lei segnato in un lager nazista.
JUDGMENT AT NUREMBERG
(Vincitori e vinti)
di Stanley Kramer [1961]
186 minuti, Usa
Una delle più convincenti opere cinematografiche sul tema. È la
storia dell'udienza nei confronti di quattro giudici tedeschi, due anni
dopo il maxi-processo di Norimberga. Macchiatisi di crimini di guerra,
il lavoro di Kramer vive dei ritratti psicologici dei protagonisti.
THE BOYS FROM BRAZIL
(I ragazzi venuti dal Brasile)
di Franklyn J. Schnaffner [1978]
123 minuti, Gran Bretagna / Usa
Film tratto dall'omonimo libro di Ira Levin. È la storia, non
realmente accaduta, di Barry Kohler, un giovane cacciatore di nazisti
che indaga su di una misteriosa riunione tra ex-ufficiali delle SS in
Sud America, presieduta da Josef Mengele.
SHOAH
(Shoah - Olocausto)
di Claude Lanzmann [1978]
503 minuti, Francia
Monumentale opera documentaristica (oltre nove ore), unica nel suo
genere per non usare neppure un fotogramma delle riprese
d'archivio, preferendo a queste la parola dei sopravvissuti. Il
risultato del lavoro di Lanzmann è un ritratto fedele, duro e polemico
dello sterminio degli ebrei.
AU REVOIR LES ENFANTS
(Arrivederci ragazzi)
di Louis Malle [1987]
104 minuti, Francia / Germania Ovest
Premiato con il Leone d'Oro alla Mostra di Venezia, il film è
ambientato nel Collegio del Bambin Gesù di un piccolo villaggio
francese. Qui, sotto mentite spoglie, trovano rifugio alcuni
giovani ebrei: tra uno di questi, Jean, ed un marmocchio francese nasce
così una sincera amicizia. La soffiata ai nazisti da parte di un
inserviente, però, interromperà quel sentimento: il destino
dei ragazzi ebrei si compirà in un lager.
SCHINDLER'S LIST
(Schindler's list)
di Steven Spielberg [1993]
195 minuti, Usa
La più nota e la più intensa opera cinematografica dedicata alla
Shoah. È l'incredibile storia di Oskar Schindler, avido
industriale tedesco che, nel pieno della sanguinaria follia nazista,
salvò dallo sterminio oltre mille ebrei.
LA VITA E' BELLA
(La vita è bella)
di Roberto Benigni [1997]
120 minuti, Italia
Una delle opere cinematografiche meglio riuscite sul tema dell'odio
razziale e della Shoah. È la storia di Guido (ebreo), Dora e Giosuè, il
figlio nato dall'allegro amore dei due. Deportati dall'Italia fascista
in un campo di concentramento del Terzo Reich, la cupa quotidianità del
campo agli occhi del piccolo Giosuè è filtrata dal padre. Questi,
improvvisatosi traduttore per un Block, dedica sé stesso nel
raccontare al figlio i giorni d'internamento come un grande gioco di
ruolo, certo duro, ma meritevole d'essere affrontato per il premio
finale: un carro armato. Il premio finale, in realtà, sarà quello di
un'infanzia non segnata dalla più dura delle esperienze.
TRAIN DE VIE
(Train de vie - Un treno per vivere)
di Radu Mihaileanu [1998]
103 minuti, Francia
Film unico, in grado di trattare i temi della Shoah in modo "leggero"
senza cadere nella superficialità. "Train de vie" è la storia degli
abitanti di un piccolo villaggio francese, Schlomo, che cerca la fuga
dai rastrellamenti nazisti mettendo in scena un viaggio della salvezza con tanto di finti deportati e nazisti. |
LIBRI
Auschwitz spiegato a mia
figlia
di Annette Wieviorka [2005]
Einaudi, 81 pagine
Note di copertina. Perché i nazisti spesero tante energie per
sterminare milioni di uomini, donne e bambini, soltanto perche erano
ebrei? Perché Hitler riteneva gli ebrei la maggiore minaccia per il
Terzo Reich? Chi sapeva quello che succedeva e chi poteva fare qualche
cosa? Perché gli ebrei non hanno opposto resistenza?
Annette Wieviorka risponde alle domande di sua figlia Mathilde su
Auschwitz e la distruzione degli ebrei d'Europa. Domande crude e dirette
che esprimono l'incredulità di chi non può concepire l'assurda tragedia
dei lager nazisti. Un dialogo serrato e puntuale, sollecitato dalle
curiosità di una ragazzina, sull'enigma del male assoluto.
16 ottobre 1943
di Giacomo Debenedetti [2001]
Einaudi, 86 pagine
Note di copertina. La retata nazista nel Ghetto di Roma, una
mattina che si concluse con la deportazione di oltre mille ebrei: questo
fu il 16 ottobre 1943, e questo è ciò che racconta Giacomo Debenedetti.
Pagine brucianti dove a parlare è un coro sgomento e terribile da cui si
staccano, solo per infinitesimi istanti, le voci dei protagonisti,
subito sommerse e per sempre perdute.
Otto ebrei, cronaca che segue 16 ottobre 1943, evoca, invece, la figura
di un commissario di Pubblica sicurezza che, dopo la guerra, per provare
la sua fede antifascista, testimonia di aver salvato otto ebrei
dall'eccidio delle Fosse Ardeatine.
Pubblicato per la prima volta nel dicembre '44 sulla rivista «Mercurio»
e accompagnato da una lunga fortuna editoriale, 16 ottobre 1943 è ormai
considerato un classico della letteratura post-clandestina per il suo
alto valore letterario e testimoniale.
Maus
di Art Spiegelman [2000]
Einaudi, 292 pagine
Note di copertina. Un padre scampato all'Olocausto, una madre
che non c'è più da troppo tempo, un figlio che fa il cartoonist e cerca
di ristabilire un rapporto con quel genitore anziano, malato, cosi
lontano per mentalità e abitudini. Forse, l'unica via per ritrovarsi è
ripercorrere insieme, padre e figlio, la lontana vicenda di Vladek e
Anja Spiegelman: dall'epoca felice del loro fidanzamento e matrimonio
nella Polonia degli anni Trenta fino all'incubo della guerra,
dell'occupazione nazista, della persecuzione e dell'internamento ad
Auschwitz. Così, la Polonia invasa dai tedeschi si intreccia agli Stati
Uniti dei nostri giorni, una baracca di Auschwitz a una casa di New
York. Così, la piccola struggente storia di una famiglia ebraica
travolta dalla più immane tragedia del Novecento si intreccia alla
piccola struggente storia di un giovane uomo che tenta di fare i conti
con le sue origini. Ma quel passato non riguarda soltanto lui: riguarda
tutti, e tutti costringe a confrontarsi con quanto è successo e con un
sotterraneo, inevitabile senso di colpa. La colpa di essere, ancora e
comunque, dei sopravvissuti.
Raccontato nella forma di un fumetto dove gli ebrei sono topi e i
nazisti gatti, "Maus" alterna tragedia e divertimento, brutalità e
tenerezza: un grande romanzo con cui Art Spiegelman è riuscito, come ha
scritto Moni Ovadia, a "dire l'impossibile attraverso la pietas
artistica".
La distruzione degli ebrei
d'Europa
di Raul Hilberg [1999]
Einaudi, 1491 pagine
Note di copertina. L'idea di sterminare gli Ebrei prese corpo
in un lontano passato, tanto che se ne può rintracciare un'allusione
nella famosa omelia di Lutero contro i Giudei. Ma è solo con la
formazione del Terzo Reich che la suggestione di una distruzione totale
si insinuò sempre piú in tutta la società tedesca, assumendo una forma
piú definita. Inesorabilmente, si formò una macchina destinata a
condurre a buon fine lo sterminio, costituita da un dispiegamento di
uffici militari e civili, centrali e periferici, all'interno dei quali
ogni impiegato e funzionario, rispettando le proprie responsabilità, si
adoperò a definire, classificare, trasportare, sfruttare e assassinare
milioni di vittime innocenti, e tutto come se nulla distinguesse la
soluzione finale dagli affari correnti. La ricerca di Raul Hilberg,
cominciata nel lontano 1948 e tuttora in corso, è basata su un'enorme
mole di documenti degli apparati nazisti, e ci conduce a esplorare il
meccanismo della distruzione nei piú minuti dettagli. Pagina dopo
pagina, La distruzione degli Ebrei d'Europa ci consegna la storia fedele
di un'epoca senza precedenti, e ricostruisce gli intrecci complessi che
hanno reso possibile ciò che ancor oggi ci sembra lontano da ogni
immaginazione.
La principessa delle ombre
di Cordelia Edvardson [1992]
Giunti, 160 pagine
Note di copertina. A quali fantasie a quali elaborati
esorcismi può ricorrere una bambina che lotta inerme contro le potenze
dello sterminio e della sopraffazione? Unica colpa di Cordelia è l'esser
figlia illegittima di un ebreo: a nulla valgono gli sforzi della madre,
scrittrice tedesca, non ebrea, per salvare la propria creatura dalla
deportazione. Consapevole fin dai primi anni di vita del destino di
esclusione e sofferenza che le sarà riservato, Cordelia lo accetta con
l'orgoglio straziante del debole nei confronti del persecutore, della
vittima predestinata che con il proprio sacrificio può salvare gli altri
dal male e dal peccato.
Ma l'impulso alla sottomissione lotta dentro di lei con una prepotente
istinto di conservazione: scampata ad Auschwitz, la piccola "principessa
delle ombre" saprà ritrovare - in Svezia dapprima, in Israele poi - la
capacità di vivere, di allontanare i fantasmi di un terribile passato
senza tradirne la memoria: e vorrà infine raccontare la propria storia
di sopravvissuta, per tentare di impedire altre violenze, nuove
persecuzioni degli innocenti.
La banalità del bene
di Enrico Deaglio [1991]
Feltrinelli, 136 pagine
Note di copertina. Budapest, inverno 1944. Sono mesi in cui i
nazisti ungheresi deportano e sterminano centinaia di migliaia di ebrei.
In questa città il commerciante padovano Giorgio Perlasca si ritrova
ricercato dai tedeschi per frode commerciale. Vaga per Budapest e trova
rifugio e un passaporto presso la legazione della Spagna.
Improvvisamente il console abbandona il paese e Perlasca riesce a farsi
accreditare come nuovo console di Spagna. Per cento giorni questo
sconosciuto italiano si dimostrerà un organizzatore eccezionale e
riuscirà a salvare dalla morte cinquemila ebrei di Budapest.
Il fumo di Birkenau
di Liana Millu [1986]
La Giuntina, 165 pagine
Note di copertina. Il fumo di Birkenau di Liana Millu è
fra le più intense testimonianze europee sul Lager femminile di
Auschwitz-Birkenau: certamente la più toccante fra le testimonianze
italiane. Consta di sei racconti, che tutti si snodano intorno agli
aspetti più specificamente femminili della vita minimale e disperata
delle prigioniere. La loro condizione era assai peggiore di quella degli
uomini, e ciò per vari motivi: la minore resistenza fisica davanti ai
lavori più pesanti e umilianti di quelli inflitti agli uomini; il
tormento degli affetti familiari; la presenza ossessiva dei crematori,
le cui ciminiere, situate nel bel mezzo del campo femminile, non
eludibili, non negabili, corrompono con il loro fumo empio i giorni e le
notti, i momenti di tregua e di illusione, i sogni e le timide speranze.
(dalla Prefazione di Primo Levi) |