Raul Hilberg, uno dei più attenti storici della Shoah, ha
scritto:
La distruzione degli ebrei non fu un'operazione centralizzata. Non venne
creato un organismo incaricato degli affari ebraici e non fu stanziato un fondo per finanziare l'opera di distruzione. L'attività antiebraica fu
svolta dalla pubblica amministrazione, dai militari, dall'industria e dal partito. Tutte le
componenti della vita organizzata tedesca
furono coinvolte in quest'impresa. Ogni organismo diede il suo contributo; furono utilizzate tutte le specializzazioni e alla
cattura delle vittime parteciparono tutti gli strati della società.
(Hilberg in "Carnefici, vittime, spettatori. La persecuzione degli ebrei. 1933-1945", 1944, pagina 25)
La distruzione degli ebrei, in Hilberg, fondava sé stessa su due pilastri:
- spezzare ogni rapporto sociale tra ebrei e tedeschi;
- vincere il pericolo di ribellioni sistemiche interne (tedeschi) e
esterne (ebrei).
Gli storici non-negazionisti della Shoah sono tuttavia ancora divisi. Per gli
intenzionalisti la "
Soluzione Finale" è il frutto di una precisa "dottrina" elaborata da
Adolf Hitler ben prima del 1933 e della nomina di questo a Cancelliere del Reich. Per gli storici
funzionalisti, al contrario, la "Soluzione Finale" è letta
come il
prodotto terminale di un fiume d'odio che andava gonfiandosi nella Storia
dell'Europa, e in quella della Germania
Nazista in particolare.
La
Shoah in Europa, come annientamento fisico degli ebrei, si consuma in ogni modo tra il 1941 e il 1945.
Gli storici più accreditati, dopo attente ricerche, diranno che a morire furono quasi 6 milioni di ebrei: a questo condusse il
tentativo di cancellare gli ebrei e la cultura ebraica dall'Europa.
Hilberg, ancora, descrive
quattro fasi o momenti del processo di distruzione:
- definizione di "ebreo" per decreto;
- espulsione dalla società tedesca, tramite l'appropriazione nazista di beni e valori economici e la spoliazione dei diritti;
- concentramento;
- distruzione.
Il
primo momento prende avvio dalla
Legge dei pieni poteri del 23 marzo
1933, che attribuiva
de facto a quello che sarà il "Führer"
- Adolf Hitler, il diritto di governare e legiferare senza il consenso del Parlamento tedesco (
Reichstag).
Dopo la flessione elettorale del Partito Nazista alle elezioni del 1932, dopo la nomina di Hitler a Cancelliere del Reich, dopo la formazione di una maggioranza parlamentare con il Partito Popolare Tedesco-Nazionale
(tuttavia non sufficiente a raggiungere i 2/3 dei voti per l'approvazione del Decreto dei pieni poteri, senza l'appoggio del Partito di Centro Tedesco), Hitler aveva ottenuto il massimo.
Seguirono così le
leggi anti-ebraiche.
Il
secondo momento origina di fatto dal primo, iniziando già nel 1933
e chiudendosi simbolicamente con la
Notte dei cristalli: tra il 9 e il 10 novembre del
1938, i
pogrom nazisti
spogliano gli ebrei dei lori beni (materiali e non) con la distruzione e l'incendio di negozi a conduzione ebraica e sinagoghe.
Il
terzo momento si annuncia all'indomani della Notte dei cristalli: oltre 20.000 ebrei furono deportati
nei campi di concentramento, attivi solo da qualche mese, di
Buchenwald e
Dachau, per poi essere liberati ma oramai fuori dalla società tedesca.
Già prima della guerra, la deportazione di migliaia di ebrei tedeschi
in una terra lontana dalla Germania nazista parve colma di ostacoli, e si
spense l'idea di un focolare ebraico in
Madagascar, isola africana
allora colonizzata dalla Francia. Allo scoppio della
seconda guerra
mondiale con le invasioni di Polonia, Olanda, Belgio, parte della
Francia, Danimarca e Norvegia, l'espulsione di milioni di ebrei divenne un'opzione impraticabile.
La Germania Nazista, nel 1939, rianima allora la categoria di "
ghetto": lo fa a Lòdz, Varsavia, Lublino.
Il
quarto momento comincia nel 1941, l'inizio dell'Olocausto. La Germania invade l'
Unione Sovietica
("Operazione Barbarossa") e piccoli gruppi delle SS, le cosiddette "unità operative"
Einsatzgruppen, al seguito dell'esercito tedesco,
rastrellano i territori occupati alla ricerca dei nemici politici sovietici e degli ebrei. Fucilazioni di massa e camera a gas mobili produssero almeno 1 milione di morti sul posto.
Mentre le Einsatzgruppen operavano in URSS, nel gennaio del 1942 una villa ai bordi del soleggiato lago
Wannsee a Berlino ospitò i più importanti uomini della Germania Nazista.
Reinhard Heydrich, comandante dell'ufficio centrale per la sicurezza del Reich (RSHA),
condivide l'ordine di procedere alla
Soluzione Finale della questione
ebraica: "Endlösung der Judenfrage", dirà.
I campi di concentramento, che gli ebrei già conoscevano dopo il pogrom nazista del novembre del '38, sono riadattati. Tra il marzo e il giugno del 1942 aprono
per la prima volta i cancelli dei
campi di sterminio di
Belzec e
Treblinka. In totale saranno sei, tutti nella Polonia occupata:
Belzec,
Sobibor,
Treblinka,
Lublino-Majdanek,
Chelmno e il
tristemente noto
Auschwitz.
L'infrastruttura della morte di
Auschwitz II-Birkenau era in
grado di sopportare la liquidazione fisica di 10.000 persone al giorno. I morti, solo a Birkenau, saranno tra 1,1 e 1,5 milioni.
Nel
corso del 1943,
Belzec (gennaio),
Treblinka (agosto) e
Sobibor (ottobre) furono
evacuati, con un bilancio di quasi 1,7 milioni di morti in pochi mesi di operatività.
Auschwitz fu smantellato solo nel
novembre del 1944, mentre camere a gas e forni crematori di Birkenau
furono distrutti alla pressione dell'offensiva sovietica sulla Polonia
occupata e, da lì, su Berlino.
Il
27 gennaio 1945 l'
Armata Rossa liberava Auschwitz e i 7.000 sopravvissuti
a quel campo della morte, oggi simbolo delle potenzialità persecutorie e di annientamento dell'uomo sull'uomo.